“I campioni sono quelli che vogliono lasciare il proprio sport in condizioni migliori di quando lo hanno trovato”

Ancora una lacrima…

“ I campioni sono quelli che vogliono lasciare il proprio sport in condizioni migliori di quando lo hanno trovato”

Sì…ci sono riusciti.

Riavvolgiamo il nastro di un solo anno. Djokovic completa il grande slam e legittima la sua egemonia sul panorama mondiale della racchetta in quel di Parigi. La tirannia serba regnava indifferente, complice l’esilio di due giocatori un tempo potenti, ormai decaduti nell’abisso della normalità. Temevamo oltre ogni misura il canto del cigno di un campione spezzato sui prati di casa sua, in ginocchio , senza corona . Il re elvetico era caduto. E sorte analoga tormentava i sogni di un Rafael Nadal lontano dai fasti del 2014, sorprendentemente umano, apparentemente svuotato di fame e successi e tristemente spogliato dalle vesti di principe della terra battuta . La gente iniziò a considerare l’idea di un tennis diverso, alieno dalla purezza di Federer e dalla rabbia di Nadal, monopolizzato dalla schematicità serba che saccheggiava trofei e record. Tutto sembrava ormai perduto, fin quando un giorno, esattamente dall’altra parte del mondo, questi due fenomeni decisero insieme di rispolverare l’antico libro storico, così da poterlo colorare di nuove imprese e riaccendere il cuore dell’intero mondo giallo. Sotto il caldo cielo australiano, per aggiornare ancora una volta la storia del tennis contemporaneo che ha visto questi due titani della racchetta darsi battaglia su tutte le superfici del continente. Più di tutti, forse, lo svizzero e lo spagnolo sono riusciti a toccare il nostro immaginario tennistico, sulla scia di Borg – McEnroe e Sampras – Agassi. La bellezza dello sport si ricongiunge a questa sorta di dualismo, alla stregua di una lotta per il primato… la gente non ha bisogno di dittature che flettono il sentimento e la pluralità per un unico dominio totalizzante. Federer e Nadal sono stati in grado (e continuano ad esserlo) di lasciare un solco importante, probabilmente impareggiabile in futuro, proprio perché hanno offerto una democrazia al popolo , una scelta libera da qualsiasi altro condizionamento, se non la grazia e la potenza di cui sono stati dotati questi dei mascherati da uomini . Due interpretazioni diverse, due classi diverse, così dissimili, ma tremendamente legate l’una con l’altra, tanto da aprire una sorta di conflitto amatoriale tra “federeriani” e “nadalisti”, instancabili nostalgici di un’era che sembra volerci regalare ancora sussulti e sorprese. Spostiamo per pochi secondi la lente d’ingrandimento. Pensate ai due calciatori che maggiormente stanno segnando quest’epoca. Il marziano disceso sulla terra, Leo Messi, e la macchina infallibile, Cristiano Ronaldo. Allo spettatore piace questo, ovvero avere la possibilità di prendere una scelta, lasciandosi trasportare da un canale di allusioni ed emozioni, le quali vengono evocate da poeti che scrivono con una penna un po’ particolare… per loro l’inchiostro sembra non finire mai, mah. Dove ero rimasto? Ora ricordo . Dualismo . Adesso potete scegliere…

Tuttavia, tengo a toccare un altro aspetto che si differenza dalle proverbiali capacità tennistiche. La rivalità tra l’elvetico e il maiorchino è stata un bene comune di cui tutto il mondo ha avuto la possibilità di godere perché dietro ai vincenti , passanti , stop volley e via dicendo , si nascondevano due uomini integri e umili che hanno dimostrato a grandi e piccini che puoi anche essere il più grande tennista di sempre , ma se dimentichi i valori che ti hanno portato in cima…beh, non puoi lasciare un segno cosi . Due immensi esempi di umanità , anche questo sono stati . Romanticismo conto positivismo . Poesia contro scienza . Classe contro biomeccanica . La storia di Federer e Nadal si porta dietro secoli storici , scomodando filosofia e letteratura , personalità che sorridono da lassù : “Questa l’ho scritta io. Venuta bene?”. Fate vobis. Nella mitologia greca gli dei olimpici si opponevano ai titani , in quella norrena , l’ordine al caos. Chi vince? Alla fine, la bellezza del mondo esiste in questa contrapposizione , come diceva un londinese che con la penna si difendeva discretamente bene nel periodo pre – romantico. Complementary opposite. William Blake. Non può esistere un mondo dove a regnare ci sia solo luce , poiché essa necessita di una nemesi , la tenebra , che la costringe a lottare perpetuamente per illuminare la vita. Ciascuno possiede ciò che manca all’altro . La bellezza del basilese che dipinge , scolpisce e disegna la tela come il Picasso e che , a 36 primavere, inventa ancora pellicole di primo piano . Si diverte come fosse il primo giorno e continua a girare il mondo come un Buffalo Bills che spara ai ricordi . La ferocia di Rafael Nadal , spagnolo…pardon, maiorchino. Una forza della natura . Una macchina costruita per annientare e vincere a ripetizione . La chela mancina come bocca da fuoco , passanti che fioccano da tutte le posizioni del campo , una seconda di servizio profondamente evoluta (cosi come il rovescio bimane) , il tutto accompagnato dalla cattiveria agonistica dei giorni “rossi” del cannibale .

Il 2017 ci ha riconsegnato queste due potenze , intatte e addirittura migliorate sotto alcuni punti di vista . E’ stato il tennis a giovarne . L’entusiasmo ha riacceso il cuore dei fan e gli occhi degli appassionati, da tempo spenti e malinconici di un tennis che sembrava relegato ormai nel diario dei ricordi. Ci hanno abituati troppo bene questi due campioni…hanno viziato i nostri sogni e scritto capitoli della nostra infanzia , giovinezza , vecchiaia . Forse quest’anno non è effettivamente mai esistito…è stato soltanto un sogno di inverni passati , tornati alla mente dal soffio nostalgico di un tennis che non esiste più. E’ stato come inserire una moneta nel jukebox e ascoltare una vecchia canzone che ci ricorda trionfi e momenti spensierati , difficilmente ripetibili . E sarà proprio allora che l’universo tennistico dovrà risollevarsi , scrollandosi di dosso questa pesantissima eredità…non sarà facile perché gli amori che finiscono fanno male , ti lasciano un vuoto dentro che ti logora e ti piega . Gli addii tormentano le fredde notti invernali e soffocano gli aridi giorni estivi , come venti di tempesta. E’ un po’ come quando perdi un amore oppure quando devi rinunciare ad una cosa a cui tenevi molto; da un certo punto di vista , c’è il dolore dell’abbandono , dall’altra c’è questo struggente sentimento di ricordo di tutto ciò che è stato . Il mondo del tennis piangerà il saluto di Roger e Rafa quando arriverà perché segnerà la fine di una precisa era tennistica che non tornerà più , se non nei libri e nelle canzoni. Il 2017 è stato l’anno del loro ritorno , quasi rabbioso , quasi da re ferito , ma non sconfitto. Il re di Basilea , dopo una chiacchierata con Nicholas Flamel , alchimista e inventore della pietra filosofale , ha trovato il momento più alto a livello qualitativo del suo tennis a 36 anni , sollevando al cielo il suo ottavo titolo sui campi di Church Road . Il cannibale spagnolo è ritornato a regnare in quella che , da sempre, è la sua casa : la terra rossa. Il successo a Bois de Boulogne ha incoronato Rafa come il primo tennista a vincere per dieci volte lo stesso torneo dello Slam…autentica leggenda . Forse , nella loro maestosità , Roger Federer e Rafael Nadal hanno creato una sorta di dipendenza nel mondo degli appassionati di questo sport…una dipendenza che un giorno , tuttavia, dovrà terminare perché arriverà il momento in cui diranno basta e appenderanno la fatidica racchetta al chiodo . E quando quel giorno arriverà , il tennis dovrà trovare la forza per continuare a regalare spettacolo e divertimento anche senza Roger e Rafa . Sarà difficile disabituarsi a tutto ciò, per anni triboleremo insofferenti , allontanando il pensiero della televisione e l’universo tennistico brancolerà nell’oscurità , silente e senza guida. Nessuno si abituerà mai a questo pensiero fin quando non lo reciteranno le prime pagine dei quotidiani e i servizi televisivi renderanno omaggio alla carriera di due hall of fame della racchetta . Allontaniamo ancora un po’ questo pensiero e gustiamoci le rinnovate imprese degli imperatori del popolo per un altro trofeo , un altro record , un’altra lacrima…

Leggende…

Elia Brunelli

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